Vedovelle vs Drago verde un percorso unconventional di Milano
Le vedovelle sono fontanelle amatissime dai milanesi che da parecchi anni forniscono l’erogazione costante, lenta e pura di acqua. Le fontanelle vengono chiamate così perchè ricordano il pianto e le lacrime inconsolabili delle vedove.
Sono piccole, resistenti, di un verde intenso e brillante, si attribuisce la loro nascita nel 1931, ma si ha traccia anche all’interno di cataloghi e scritti di fine ‘800.
Dissetano gratuitamente i passanti e gli animali, un tempo anche i cavalli, grazie alla presenza di una singolare base con bacinella.
Le vedovelle sono l’emblema del territorio meneghino.
Ma nell’immaginario comune, le fontanelle milanesi sono conosciute anche come draghi verdi.
L’origine del singolare nome deriva dalla leggenda che racconta di un Drago sputafuoco dal nome Tarantasio!
Si dice che questa malvagia bestia vivesse in una grotta nei pressi di Monte Merlo che ora si trova nei Giardini pubblici di Milano, quelli dell’attuale Porta Venezia, Indro Montanelli, per intenderci.
Quotidianamente viandanti ignari e bambini sfuggiti alla sorveglianza materna venivano atrocemente divorati dal mostro, quando un giorno Umberto Visconti, prese l’eroica decisione di affrontare il drago con il solo aiuto della sua spada e del suo coraggio cercando un pò di emulare San Giorgio e Sigfrido.
Dopo ben tre giorni di incessanti lotte, Tarantasio, il drago, venne ucciso.
Ora Tarantasio sputa acqua!
Pare che la più antica sia la fontanella collocata in piazza della Scala, realizzata alla fine degli anni venti dall’architetto Luca Beltrami è unica nel suo genere, perché completamente realizzata in ottone dorato e decorata con una delicata e affascinante greca in mosaico.
Il rubinetto a forma di bocca di drago rimanda anche ai doccioni del Duomo, ovvero ai canali dal quale defluisce l’acqua piovane raffiguranti figure mostruose e fantastiche. Il loro compito era quello di scacciare e spaventare gli spiriti maligni, una fisionomia che lo stesso architetto poi decise di riproporre su tutte le vedovelle.
Le vedovelle non possiedono un rubinetto regolabile, per questo l’acqua scorre costantemente, limitando però gli sprechi. Il quantitativo erogato è davvero minimo e l’acqua non utilizzata, attraverso il sitema fognario della città, viene recuperata negli impianti di depurazione. Per poi giungere i campi coltivati delle limitrofe aziende agricole, dove viene impiegata per l’irrigazione.
Un tempo, mi ricordo mio nonno e i milanesi che dicevano scherzosamente, “Ti offro da bere al bar del Drago Verde”. Si riferivano alle stesse vedovelle e, naturalmente, all’erogazione gratuita d’acqua.
Durante il periodo del Dopoguerra, le vedovelle divennero punto di abluzioni per chi non poteva contare sulla presenza di acqua casalinga, un luogo dove lavarsi e radersi.
Per ammirare i draghi verdi il comune di Milano ha creato una mappa interattiva tematica oltre che cartacea, per effettuare un tour singolare della città alla ricerca delle sue mitiche fontane.
Flavio
on5 febbraio 2022 at 18:02 says:
Il drago “Tarantasio” (di cui si parla nell’articolo) scolpito nel bosco di Concesa. Oltre ad essere sulle vedovelle di Milano è il simbolo dell’ Inter, di Canale5 e dell’Alfa Romeo
Amedeo
on6 febbraio 2022 at 17:11 says:
STORIA INTERESSANTE. BUONA SERATA
Claudia Ingram
on6 agosto 2023 at 15:38 says:
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Baylee T. Stein
on11 dicembre 2023 at 13:41 says:
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Presley H. Ramirez
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