Sicilia: Dalla Neve alla Granita!
Il rito della granita viene considerato dai siciliani una tradizione che si protrae da secoli .
Fin dal Medio Evo in Sicilia esistevano i “nivaroli” essi erano degli uomini che in inverno si occupavano di raccogliere la neve sull’Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi e per tutto l’anno si occupavano invece di conservare la neve nelle “neviere” preservandola dal calore estivo, per poi trasportarla in riva al mare nei mesi più caldi.
La neve “da muntagna” delle “nivere” arrivava in estate inoltrata per preparare la granita .
In inverno la neve veniva messa in fossi scavati appositamente nel terreno e coperti di cenere vulcanica, oppure veniva riposta dentro grotte di origine vulcanica.
D’estate i “nivaroli”, la neve la riprendevano e la confezionavano in balle ricoperte di felci e paglia portate poi a valle con carretti o muli in sacchi di iuta.
Ancora oggi su alcuni monti si possono trovare le buche usate per la conservazione del ghiaccio, rifinite con mattoncini o pietra .
Tra i nobili quando arrivava l’estate si usava comprare la neve dell’Etna raccolta in inverno dal “nevarolu” e farla conservare in apposite”casse neviere”, ubicate in freschi anfratti naturali per conservarla più a lungo .
La neve veniva grattata e utilizzata nella preparazione di sorbetti e gelati da gustare nei momenti più caldi versando sopra spremute di limone o sciroppi di frutta o di fiori .
La granita veniva preparata in gusti diversi con il caffè o limoni, gelsi o mandorle.
Esattamente come la gustiamo ai giorni nostri!