Milano e l’area che fu immune alla peste
Nel XVII secolo, una sola zona di Milano restò indenne dalla peste, però come da tradizione, dietro ad un evento miracoloso si nasconde sempre una leggenda.
Questo aneddoto risale al XVII secolo, prima del 1630 quando Milano fu colpita dall’epidemia della peste e il capoluogo lombardo contava oltre centomila abitanti. Appena due anni dopo, a causa della peste, ne rimasero 47 mila. L’epidemia fu la più violenta mai vissuta dalla città fino ad allora. Un momento funesto per Milano, basti pensare che nel periodo di maggior picco, la morte nera arrivò a portare via anche mille persone al giorno.
Nonostante tutto, una parte della città riuscì a restare immune dal morbo. Si tratta della zona compresa tra l’ospedale, che oggi corrisponde all’Università Statale, e piazza Santo Stefano. Si tratta forse di semplice casualità?
La leggenda popolare sostiene che la ragione di questo miracoloso evento era dovuta alla presenza di una strega. La donna abitava in via Laghetto numero 2, una zona che ai tempi era stata denominata Ca’ di Tencitt. La strega, stando al gossip dell’epoca, avrebbe utilizzato la magia per contrastare il morbo. Una volta finita l’epidemia, per celebrare il presunto miracolo, il comune fece dipingere sulla sua casa un’immagine che raffigurava San Rocco, San Sebastiano e San Carlo ai suoi piedi, un’opera che esiste ancora oggi e che può essere ammirata dai passanti.
Anche se il mistero affascina, il miracolo è difficile pensarlo che fosse veramente dovuto ad un atto di stregoneria da parte della donna. Tra le diverse ipotesi formulate nel corso degli anni, una sembra prevalere, soprattutto perchè avvalorata dalla sua natura scientifica.
In via Laghetto, infatti, c’era il porto dove veniva scaricato il carbone da portare alla Veneranda Fabbrica del Duomo. La zona, dunque, era ricoperta dalla polvere nera del carbone nota per i suoi poteri assorbenti che fungevano da disinfettante contro la malattia.
Approfondimenti: In Italia Magazine
Lina
on20 novembre 2020 at 09:18 says:
Conosco:magico luogo…..adesso lo guardo con occhi diversi!!!
Maria Sole
on20 novembre 2020 at 16:18 says:
Interessantissimo!
Renato
on20 novembre 2020 at 18:14 says:
molto interessante. 👍
Vanda
on16 marzo 2021 at 09:09 says:
Molto Bella Grazie👏👏👏💕
Daniela
on16 marzo 2021 at 11:02 says:
Grazie condivido!!!
Salvatore
on16 marzo 2021 at 12:59 says:
Dovuto anche al fatto che in quella zona non vi erano topi portatori del morbo…❗
Aleardo
on16 marzo 2021 at 21:23 says:
Un po’ di magia non guasta mai 😊
Claudia Maria
on17 marzo 2021 at 11:18 says:
Se la polvere di carbone disinfetta ,perché non hanno lo stesso potere le polveri sottili ?????
Renata
on11 aprile 2021 at 15:19 says:
Quando la scienza non era conosciuta dai più, si preferiva parlare di “stregoneria o “miracolo”. La spiegazione oggi data al fenomeno è sicuramente quella data, cioè del potere assorbente della polvere di carbone. Quanto sono belle queste leggende! Un grazie speciale a chi le tramanda.
Claudio
on26 luglio 2022 at 17:10 says:
Niente di strano. La Grande Peste attaccò anche la Valle Aurina e la Val di Tures. Ne restò esente solo una piccolissima porzione. Gridarono al miracolo ….. ma oggi sappiamo che in quella zona il vento radunava gli scarti polverosi della lavorazione del rame. L’Aurina, infatti, aveva svariate miniere di rame che, però, presentava una forte presenza di zolfo. Nelle fornaci si provvedeva a purificarlo e lo zolfo residuo si liberava nell’aria. Il vento lo portava in un angolo della valle (zona Winkel-Kematen) ove fungeva da insetticida a sua insaputa. Lì niente pulci, e quindi niente peste !